Ci sono luoghi in cui sembra che il tempo si sia fermato da decenni, dove tutti i rumori della città sono respinti, dove la bellezza e l'arte sono stati per anni gli unici custodi. Uno di questi scrigni d’arte, che Mignano gelosamente custodisce è la Chiesa di Santa Maria Grande eretta nel XVI secolo, per volere dalla moglie del Re di Capua.
La sua struttura è a croce greca e richiama in pianta la Basilica di S. Pietro in Vaticano. Ai due lati della navata centrale entrando dal portale d’ingresso, sono disposte le cappelle del SS. Rosario ultimata nel 1907 e di S, Antonio di Padova ultimata nel 1910. La zona dell' abside dove è collocato l’altare maggiore è adornata dalla statua del Sacro Cuore mentre ai due lati dell'altere sono poste due riproduzioni del Caravaggio raffiguranti la nascita di Gesù ed il martirio di San Giovanni Battista.
La mancanza di fondi nel corso dei secoli, portò ad un allungamento dei tempi di costruzione che furono interrotti e ripresi svariate volte. Il termine dei lavori di costruzione, dopo numerose difficoltà si ebbe nel 1930, anno in cui la chiesa fu consacrata dall'Ordinario diocesano di Teano - Calvi, ed aperta al culto. La facciata con la cupola, ricostruite nel XX sec. con criteri più moderni, si discostano fortemente dallo stile barocco, tipico del progetto antico. L’edificio nel corso del novecento ha subito due importanti restauri, dovuti ad eventi sismici verificatisi negli anni 70 e 84. Durante il restauro conseguente al sisma del 84, sono stati apportati numerosi cambiamenti, è stato ricollocato l’altare della mensa eucaristica, sono state tolte le antiche balaustre della zona absidale ed e stato costruito un nuovo leggio in marmo.
Non mancano però tuttavia oggetti antichi molto importanti tra cui ricordiamo, la campana donata nel 1510, da Isabella Castriota moglie di Guido Fieramosca Conte di Mignano e l'antico piede del fonte battesimale del 1658 che reca la doppia iscrizione in greco e latino. La chiesa custodisce anche numerosi scrigni d’arte come le statue antiche, della B.V. del Rosario, risalente agli inizi del settecento, di scuola napoletana, quella di S. Antonio di Padova risalente invece alla fine dell'ottocento anche essa di scuola napoletana, la statua della Madonna Addolorata e di S. Biagio risalenti anche loro alla scuola napoletana del periodo settecentesco.